Storia di Famiglia
FILIPPO CARLI ( FLIPEN )
A Comacchio il Filippo Carli più celebre, a cui è stata intitolata una via, rimane il padre di Guido, già governatore della Banca d'Italia e ministro del Tesoro. Nell'Ottobre del 1900 questo illustre concittadino fondò un foglio mensile dal titolo "La Palestra", inteso non come luogo dove si sviluppano i muscoli e si fa attività fisica, bensì come occasione per crescere culturalmente. Quel Filippo Carli è diventato in breve tempo autorevole economista a livello nazionale ma prima ancora poeta e scrittore. Un altro Filippo Carli, di famiglia più modesta, classe 1924, ultimo maschio di 9 figli, meglio noto con lo pseudonimo di "Flipèn al fiol ad Ciarsèn" ha seguito invece una strada diversa: da barcaiolo è diventato gastronomo.
L'amore e la passione per i fornelli è stata per lui un'autentica vocazione, fin da quando all'età di 11 anni, ha preferito la vita avventurosa su una barca alla routine della bottega. I bambini un tempo per imparare un mestiere, andavano a bottega, lui invece dopo una breve esperienza di falegname, preferì "il vento che ti taglia il viso" e il senso di libertà del mare. La sua bottega invece, era il mare. E a bordo di un natante chiamato "Santamaria" Filippo, terminata la terza elementare, ha cominciato una nuova vita, grazie al papà Andrea detto "Freschen" caporione di valle, che ha spedito il figlio sul battello di "Cavalchèn". Una barca a vela, come tante che lui, insieme a un altro mozzo, tirava con l'alzana (una corda spessa che veniva messa a tracolla),fino a Pontelagoscuro attraverso quei numerosi corsi d'acqua che consentivano alle imbarcazioni di andare ovunque.Prima tappa a Codigoro. Si dormiva nei cascinali, si mangiava ciò che si riusciva a raccogliere strada facendo. Di soldi non se ne parlava.
Quella barca, già nella vicina Lagosanto la chiamavano Comacina, un nome che è rimasto nel cuore del buon Filippo, tanto che l'ultimo locale aperto nel cuore del centro storico lagunare si chiama "La Comacina". Con quel battello il giovane Filippo andava a caricare sabbia, carbone e quant'altro nel Veneto. Un viaggio che poteva anche durare un mese se le condizioni climatiche erano avverse.
Lo spirito d'avventura e la voglia di libertà sono state le componenti essenziali della vita di quest'uomo, che fini all'età di 22 anni ha viaggiato per mare e per fiumi, passando dal Santamaria al Sordello con disinvoltura. Ed è proprio qui che comincia l'altra sua attività, quella vera e remunerativa di cuoco. In barca bisognava fare di tutto e a Filippo non faceva difetto nulla.Il cibo non mancava e neanche il tempo per cucinare e lui si dilettava a preparare piatti prelibati per l'equipaggio.Sul quel natante, " al Vapuren",dotato di 2 vele,lui caricava barbabietole nelle vicine campagne per portarle allo zuccherificio.I barcaioli di quel tempo avevano nomi strani come Fision,Scaline,Bagheghe,mentre il capo della spedizione detto"Bolo"anche lui analfabeta, ma pieno di esperienza in mare e buon senso.Aveva sempre la risposta giusta per tutte le occasioni. All'esame per la patente nautica incappò in un tipo che lo incalzava con uno strano quesito: "Se il vento soffia contrario e lei deve a tutti i costi fermare la barca cosa fà?-. E lui, sicuro:"Getto l'ancora". E se neanche con l'ancora la barca non si ferma? ne getto un'altra e poi una terza. Ma lei cos'ha una barca piena di ancore? chiese indispettito l'esaminatore. Stanco di subire quegli interrogativi, il buon Bolo si rivolse a lui digendogli:"la barca sarà piena di ancora ma anche la sua testa sarà piena di vento!!". Filippo ha sempre amato scherzare, e le burle a bordo non mancavano. Anche in cucina si e divertito. Da oltre mezzo secolo quest'uomo dalla scorza dura ma dall'animo tenero ha fatto scuola, trasmettendo ai figli la passione per i fornelli. E cosi, nella sua Comacchio, nel cuore del centro storico, ha creato insieme ai figli due famosi ristoranti,"La Barcaccia" e "La Comacina"che ricordano quel passato avventuroso che non si dimentica. Lui ha fatto tesoro di quell'antico mestiere, il barcaiolo, e continua a remare, a paradellare insieme alla sua famiglia, anche quando c'è burrasca e il vento sembra sospingere indietro la sua barca.